
L’altro giorno mi ha scritto Sara, una futura mamma. Sara si è preparata a un parto fisiologico, aveva persino comprato il nostro corso online sul Parto. Ha studiato le fasi del travaglio, tutti i metodi di rilassamento ed era pronta per una parto vaginale.
Poi durante una delle ultime visite la sua ginecologa le ha detto che la sua bambina è podalica e che molto probabilmente nascerà con un taglio cesareo.
Ora, ci sta il dispiacere di fronte a questa notizia, è normale – si spera in una cosa e poi questa cosa non si avvera. Ma per questi cambiamenti del destino siamo tutti pronti, si sa che c’è questa eventualità e si mette in conto.
Quando Sara mi ha scritto su Instagram poche settimane prima del suo parto infatti non parlava della sua delusione, delle aspettative venute meno, mi ha parlato del senso di colpa da (futura) mamma.
Sara si sentiva in colpa perché non poteva offrire alla sua bambina una nascita rispettata.
Capite quanto è grave questa situazione? E noi come società dobbiamo prenderne atto. È bene educare le donne giovani ed inesperti sui temi di gravidanza e maternità ma quello che noi stiamo facendo come comunità va al di là dell’educare. Si avvicina al giudicare.
Gridiamo a voce così alta che il parto deve essere “dolce, positivo e fisiologico” per rispettare i nascituri che facciamo sentire le donne che per un motivo o per un altro non riescono ad avere quel parto come delle fallite. Le lasciamo lì in disparte con le loro colpe nei confronti dei loro bambini non ancora nati.
Non le rispettiamo quando le facciamo sentire in colpa perché hanno un bambino podalico in grembo, insinuando che forse non hanno fatto abbastanza attività fisica in gravidanza.
Non le rispettiamo quando le facciamo sentire delle fallite perché non hanno allattato, insinuando che forse non si sono sacrificate o informate abbastanza.
Non le rispettiamo quando le facciamo sentire delle incapaci perché i loro bambini piangono più degli altri, insinuando che stanno facendo qualcosa di sbagliato.
Non capisco davvero questa tendenza a giudicarsi tra mamme facendo finta che sia per un bene superiore, quello dei bambini!
Io, per quel che vale, volevo dirvi che vi rispetto nelle vostre scelte personali. Anche quando non vi comprendo, anche quando farei diversamente a posto vostro, anche quando penso di sapere qualcosa che voi ignorate. Semplicemente vi rispetto e non proietto le mie convinzioni su di voi.
E a Sara volevo dire che non è in nessun modo colpa sua e che anche un parto cesareo può rispettare la mamma e il bambino. Ma anche se non fosse così ricordiamoci che il parto è solo un granello minuscolo del nostro percorso come mamme. È una pagina di un lungo libro che dovrai scrivere ogni giorno in qualità di madre. Ci saranno pagine belle e pagine brutte e anche se la pagina del parto non sarà positiva, quella pagina non dirà assolutamente nulla sulla qualità dell’intero libro.
Natalia
L’Ora della Mamma è il podcast che tratta i temi legati alla maternità in modo a volte scomodo ma sempre reale.