
La nascita di un bambino è un evento che provoca tantissimi cambiamenti nella vita di una coppia. Se fino al momento del parto, l’attesa, le preoccupazioni e le aspettative sono vaghe e non bene identificate, quando il pargolo è finalmente tra le braccia di mamma e papà tutto cambia. I tempi si dilatano, i ritmi si rallentano ed anche le notti diventano molto più lunghe.
Vivere questo cambiamento e occuparsi del sonno del proprio bambino significa imparare a riconoscere i suoi bisogni perché un bambino sereno e capace di dormire bene è quello i cui bisogni vengono ascoltati, accolti e rispettati. I genitori, mettendosi nei panni dei propri bambini, li fanno sentire importanti, amati e riconosciuti sempre, anche e soprattutto di notte, quando è buio, l’ambiente è silenzioso e apparentemente ostile e il bambino ha bisogno di sapere che mamma e papà sono lì pronti ad esaudire le sue richieste di vicinanza e contatto.
Ma quando la mancanza di sonno diventa un problema, si vorrebbe ricorrere ad un metodo preconfezionato e adatto a tutti per ottenere un riposo sereno per l’intera famiglia, purtroppo non si pensa che non esiste una tecnica valida universalmente. In questi momenti di difficoltà, il sonno non viene considerato come un bisogno fisiologico, si ignora completamente che sia caratterizzato da ritmi diversi da quelli dei genitori e quindi si pensa di dover ricorrere a qualche metodo per far dormire il bambino come i grandi, cioè tutta la notte. In realtà nei primi quattro anni di vita del piccolo, questo non è possibile a causa del fatto che il ciclo del sonno del bambino dura solo 50 minuti, a differenza di quello degli adulti che dura quasi il doppio del tempo. Il bambino non può imparare a non svegliarsi, ma può imparare a consolarsi autonomamente tra un ciclo del sonno e l’altro.
Per comprendere il sonno dei bambini, oltre a conoscerne i ritmi, bisogna distinguere le diverse fasi di crescita: se prima di nascere, il bambino si trovava in un ambiente estremamente confortevole ed era fortemente contenuto, quando viene al mondo non esiste più “l’attorno a sé”, sente un estremo bisogno di stare in braccio, di essere sempre abbracciato, di stare a contatto con la mamma, di giorno e di notte. Non comprende nemmeno la differenza tra giorno e notte e compito della mamma è quello di assecondare il suo istinto e di tenerlo al sicuro tra le sue braccia, seguire i ritmi del bimbo, cercando di riposare con lui e vivere le ore di veglia a contatto continuo con il suo cucciolo anche per conoscerlo e godere della sua vicinanza. Questo accade fino ai primi 4 mesi di vita del bambino.
Intorno ai 4 mesi il cervello del bambino inizia a produrre la melatonina che gli permette finalmente di riconoscere la differenza tra giorno e notte predisponendolo al rilassamento e all’addormentamento. A proposito di questa importante novità, è meglio non sottoporlo a fonti di luce prima di dormire perché anche farlo stare in una con la luce accesa gli può bloccare la produzione di melatonina per i successivi 50 minuti. È proprio in questa fase che si può iniziare a presentare al bambino il suo oggetto transizionale, il famoso doudou, e ad impostare una routine del sonno.
Dai 6 ai 12 mesi il bambino acquisisce delle competenze motorie importanti: impara a spostarsi gattonando e poi camminando ed è molto più interattivo di prima. Inizia a sperimentare l’ansia da separazione perché da un lato percepisce per la prima volta di essere un soggetto indipendente dalla mamma, ma dall’altro non ha la concezione della permanenza dell’oggetto e per questo motivo si sente perso, vive con timore i momenti in cui il suo soggetto d’amore, la sua mamma, non è visibile. Questo può rendere le sue notti molto più agitate, in modo particolare intorno agli 8 mesi quando con ogni probabilità può vivere un periodo di regressione del sonno che può durare dalle due alle sei settimane.
Dopo i 12 mesi il bambino sicuramente inizia a camminare, sperimentare l’autonomia totale nei movimenti, toccare tutto ciò che fino a pochi mesi prima ha potuto solo guardare, ma allo stesso tempo, tu sei ancora il suo oggetto d’amore e da 0 a 7 anni, vive una fase egocentrica nella quale pensa di essere la causa di tutto ciò che accade in famiglia sia di positivo che di negativo. Se tu quindi sei nervosa di rientro da lavoro e poi perdi la pazienza con tuo figlio, lui starà male perché crederà di essere il motivo del tuo malessere e questa responsabilità ovviamente lo agita. Cosa puoi fare per aiutarlo in questa fase? Puoi provare a coinvolgerlo nelle tue attività quotidiane: fatti aiutare a stendere i panni, cucinare o rifare il letto perché in questo modo, sperimentando l’autonomia di giorno, potrà sentirsi più sicuro di sé anche di notte.
La routine del sonno è fondamentale per facilitare il passaggio dalla veglia al riposo. Tutti i bimbi amano la ripetitività delle azioni perché li rende capaci di prevedere cosa sta per accadere sia di giorno che di notte. Indubbiamente non esiste una routine uguale per tutti, ma questa andrà impostata sulla base delle attitudini del bambino e delle abitudini dei genitori. Il momento della buonanotte rappresenta per il bimbo abbandono e fiducia, profumo di mamma e papà. Se con un neonato (0-4mesi) non è facile impostare una routine perché lui mangia quando ha fame e dorme quando ha sonno, sarà comunque importante intervenire appena il bimbo mostrerà i primi segnali di stanchezza cullandolo, rassicurandolo e tenendolo molto a contatto. Dai 6 mesi in su invece, il bambino dovrebbe addormentarsi nello stesso ambiente in cui si sveglierà e puoi invitarlo ad addormentarsi autonomamente. L’orario ideale per la messa a letto sarà tra le 20 e le 20.30 e a tal proposito dovresti evitare di farlo entrare in contatto con schermi di tv, tablet o smartphone già un’ora prima della messa a letto.
Quando decidi di lavorare sul sonno del tuo bambino è assolutamente fondamentale essere coerenti, anche nel cuore della notte, quando sei stanca e non pensi chiaramente. L’invio a tuo figlio di messaggi confusi durante il giorno (e la notte!) lo renderà solo frustrato. Non sarà in grado di decifrare quale tipo di comportamento sia positivo e quale sia da evitare. Se cambi sempre idea e ti comporti in modo poco coerente, dicendo una cosa e facendone un’altra, il tuo bambino non prenderà sul serio le tue decisioni e non vorrà seguire le nuove regole, perché saprà che non sei sicura. Questo è particolarmente vero per un bambino che ha più di 1 anno. Quindi, se decidi di introdurre una nuova routine, togliere il biberon durante la notte, togliere l’associazione tra allattamento e sonno, o qualunque altra cosa, fai in modo di essere coerente al 100%!
1. Inizia riposandoti tu! Devi trovare un modo per recuperare le energie di giorno e di notte ritagliandoti uno spazio di benessere per staccare e ricaricare le tue energie prima di mettere in atto un cambiamento tanto importante;
2. Quando sarai abbastanza riposata, fai il punto della situazione e decidi su quali aree agire ed intervenire prima;
3. Osserva te stessa e il tuo bambino, accogliendo le vostre emozioni. Devi essere consapevole prima e convinta poi del fatto che ciò che stai facendo vi farà bene e aumenterà l’autostima del tuo bambino e la fiducia reciproca.
Questi suggerimenti possono aiutarti ad ottenere ottimi risultati, se li attuerai con calma, perseveranza e fiducia.
Per aiutarti abbiamo creato un corso online che ti spiega come favorire il Sonno del tuo Bambino passo per passo, lo trovi QUI
In bocca al lupo e buon riposo!
L’Ora della Mamma è il podcast che tratta i temi legati alla maternità in modo a volte scomodo ma sempre reale.