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Ciao ragazze, oggi ho con me Carolina Capria, autrice e femminista, che sul suo profilo Instagram parla principalmente di libri scritti da donne e che oggi ci consiglia come crescere bambini femministi.
Mi ispiro a un libricino di Chimamanda Ngozi Adichie che, in forma di lettera, offre dei suggerimenti a un’amica incinta su come crescere la sua bambina femminista.
Il libro di Chimamanda è questo:
Cara Ijeawele ovvero Quindici consigli per crescere una bambina femminista
E questi sono i suggerimenti che abbiamo discusso con Carolina:
Uno dei consigli di Chimamanda riguarda la necessità, per la donna, di mantenere una propria identità senza perderla nei ruoli di madre e moglie. Ho chiesto a Carolina in che modo, secondo lei, una madre che mantiene interessi e passioni fuori dalla famiglia aiuti a crescere bambini femministi:
Il fatto che una mamma sia prima di tutto una donna con i suoi bisogni e i suoi desideri è un’idea molto recente. Tornando all’epoca dei nostri genitori e ancor più a quella dei nostri nonni, non era possibile che una donna avesse qualcosa di più oltre alla sfera familiare. Ad oggi, il modo migliore per trasmettere questo messaggio ai propri figli è l’esempio: vedere una mamma che si ritaglia degli spazi insegnerà ad essere una donna che pretende di avere il suo spazio e fornisce gli strumenti per diventare quel tipo di donna. Vedere una madre che rinuncia a tutto in nome della famiglia suggerisce invece l’idea che la famiglia sia una gabbia quando in realtà dovrebbe e potrebbe essere un arricchimento.
Non possiamo negare che in Italia, per una donna, avere figli rappresenti una trappola. Da una parte troviamo donne che pensano di non avere diritto a interessi e a un’identità propria, dall’altra una società che non offre un welfare o sostegni adeguati alle famiglie.
In questo senso siamo molto indietro e ce ne siamo rese davvero conto in seguito alla situazione sanitaria che stiamo vivendo, con un numero incredibile di donne che hanno lasciato il lavoro per gestire i figli a casa da scuola. I figli sono ancora responsabilità esclusiva delle madri, basti pensare a quante donne ritengono di “usare tutto il loro stipendio” per pagare il nido. In realtà il nido dovrebbe essere percepito come una spesa familiare perché permette anche all’uomo di continuare a lavorare.
Non possiamo ignorare che le fiabe che amiamo e i cartoni a cui siamo affezionate siano ricchi di stereotipi di genere. La principessa salvata dal principe, il matrimonio come unica aspirazione, solo per citarne alcuni. Ho chiesto a Carolina se, a suo avviso, la soluzione per crescere bambini femministi sia vietare la visione o la lettura di queste vecchie storie ai bambini.
Vietare qualcosa non è mai una buona soluzione, suggerisco invece di offrire più varietà possibile nelle cose da leggere e vedere. Esistono cartoni in cui le protagoniste sono forti e moderne, mi viene in mente Vanellope in Ralph Spaccatutto che in una scena molto divertente istruisce le principesse Disney dicendo loro di cambiare abitudini. E’ importante offrire più spunti possibili e parlare, spiegare perché non è fondamentale ad esempio essere la più bella del reame e che le donne non sono in competizione per la bellezza.
Eliminare questi stereotipi diventa ancora una volta una questione di esempio.
Io ho sempre visto mio padre occuparsi delle faccende di casa allo stesso modo di mia madre e per me è stato naturale pensare che le cose si facessero così. E’ fondamentale quello che i bambini vedono, in modo che assorbano la parità come un dato di fatto. Esistono comunque molte storie per bambini, podcast e audiolibri sensibili a queste tematiche. Questi strumenti vanno suggeriti e mai imposti, meglio sempre chiedere a un bambino cosa gli interessi e chiedergli il motivo, in modo da non generare un rifiuto per la lettura.
Chimamanda, nel suo testo, ribadisce di fare attenzione al linguaggio che si usa con i bambini e in particolare con le bambine, utilizzando espressioni come “principessa” o “fiore”. Da scrittrice, Carolina ha un’opinione molto precisa sulla questione del linguaggio per crescere bambini femministi:
La cosa principale da fare è crescere i bambini nella convinzione che il linguaggio non sia immutabile. Alcuni anni fa ho scritto a quattro mani con una collega un rifacimento dei Tre Moschettieri dove era presente anche una donna, che abbiamo chiamato moschettiera. Questo termine ci è suonato strano da subito tanto che abbiamo pensato di cambiarlo ma, a testo ultimato, ci siamo accorte di come fosse diventato naturale usarlo. La stessa cosa è capitato a termini come sindaca o ministra, ai quali abbiamo inizialmente reagito con ostilità ma che non hanno nulla di strano. E’ importante insegnare ai bambini che il linguaggio muta e che è possibile colmare i vuoti che ha ancora ha.
Abbiamo affrontato anche l’aspetto dell’inclusività del linguaggio:
Il linguaggio deve essere inclusivo, non offensivo e non è facile visto che ogni giorno utilizziamo un linguaggio che è precedente alla nostra consapevolezza. A me capita spesso di usare espressioni che sono scritte nel mio Dna ma che possono essere offensive o portare avanti uno stereotipo di genere. Una cosa importante da fare è scegliere libri che mettano al centro il linguaggio inclusivo oppure destrutturare insieme al bambino le storie che già conosce. Tempo fa ho tenuto un laboratorio per bambini dove provavamo a destrutturare le fiabe più note e chiedevo loro se notassero cose sbagliate. Loro sono stati estremamente ricettivi nel dirmi che in quelle storie le femmine erano sempre addormentate. Dobbiamo avere fiducia nel fatto che i bambini sono molto più sensibili al cambiamento degli adulti.
Un capitolo del libro di Chimamanda è dedicato all’eccessiva importanza che viene data al matrimonio e ai figli quando si parla con le bambine e all’esatto contrario che viene insegnato ai bambini. Secondo Carolina, se insegniamo a metà della popolazione che il matrimonio sia qualcosa a cui aspirare e all’altra metà che sia qualcosa da cui scappare, non potrà mai esserci una parità:
La narrazione per cui il matrimonio deve necessariamente essere il giorno più bello della vita di una donna mentre per l’uomo rappresenta la fine dei giochi fa si che non potrà mai esserci un rapporto paritario. Infatti, se una donna non riuscirà a raggiungere questo fantomatico traguardo, si sentirà fallita e frustrata. Oppure, ugualmente grave, si accontenterà di un uomo che non ama pur di raggiungere la tanto agognata sistemazione. Al contrario, gli uomini single vengono chiamati scapoli d’oro, si insegna loro a godersi la vita e a vedere il matrimonio come una gabbia a cui vengono costretti da donne che li hanno “incastrati”.
In che modo allora parlare di matrimonio per crescere bambini femministi?
Meglio passare il messaggio alle bambine che è bello e auspicabile trovare qualcuno che le ami ma non necessariamente il matrimonio, che potrebbe non essere una tappa che desidereranno percorrere.
Chimamanda affronta il tema delle aspettative che si hanno nei confronti delle bambine. Carolina ricorda che fin da piccole vengono spinte ad essere gentili, educate e accondiscendenti.
La prima cosa da insegnare a una bambina non è essere gentile e piacere agli altri ma essere importante. Questo ci viene detto da Chimamanda già nella prefazione del suo libro, dove scrive che il principio fondante del femminismo è ritenerti importante tanto quanto le persone che hai intorno. Questo è uno dei principi fondamentali con cui far crescere una bambina piuttosto che ripeterle che è bella e gentile. Meglio dirle sei brava, sei importante o mi rendi felice. Tutte cose che possano farla sentire forte piuttosto che piacevole.
Togliere il focus sulla bellezza potrebbe far credere che una femminista debba per forza rifiutare la femminilità per essere coerente. In realtà non è così.
L’obiettivo dovrebbe essere far capire alle bambine cosa desiderano per loro stesse senza condizionamenti sociali. Io personalmente ho imparato ad essere indulgente con me stessa, amo i trucchi e i vestiti e mi sono data i miei personali limiti e regole ad esempio di usare il trucco per divertirmi e non per coprire dei presunti difetti. Il punto è che c’è grande tolleranza per gli interessi frivoli degli uomini come il calcio o la palestra ma non c’è altrettanta tolleranza per quelli delle donne che vengono subito considerate superficiali e stupide. Questa è misoginia perché attribuiamo agli interessi femminili un valore minore rispetto agli interessi maschili. Bisognerebbe provare a crescere delle bambine libere da questo punto di vista.
Questa libertà deve valere per tutti, bambine e bambini, ma per questi ultimi spesso è ancora più difficile non subire le pressioni sociali.
Il problema dell’apparire, nei maschi, è ancora più forte. I bambini hanno meno libertà nel vestirsi come vogliono. Mentre da una bambina si può “tollerare” che mostri preferenza per abiti maschili, non c’è la stessa indulgenza verso un bambino che ama gonne o abiti.
Un altro degli aspetti affrontati da Chimamanda per crescere bambini femministi riguarda il modo di parlare di sesso e verginità. Carolina a questo proposito ha parlato di corpo e dell’importanza per le bambine di non vergognarsene:
Il corpo è importante e le bambine devono iniziare a viverlo con naturalezza. Il primo passo è suggerire ai bambini il linguaggio per parlare di corpo e sessualità perché loro non hanno gli strumenti per farlo e poi insegnare loro a non vergognarsi del loro corpo, che sia o meno conforme al modello che impone la società. Un altro aspetto che genera grande disparità tra uomo e donna è l’insegnamento che si da alle donne di preservare la verginità per il grande amore e agli uomini di fare più esperienza possibile e divertirsi. In questo senso è importante il linguaggio e non usare termini come “darla” perché l’azione sessuale si fa in due, non esiste qualcuno che da e qualcuno che prende.
Chiedo a Carolina come trasmettere a una figlia l’idea che la verginità o l’aver avuto pochi uomini non sia un valore e non dica nulla sulla sua persona.
L’unico strumento che un genitore ha in questo senso è darle sicurezza e parlarle del sesso come qualcosa che va vissuto con felicità e responsabilità. Spiegare che è positivo avere un rapporto sessuale solo perché se ne ha voglia. Fondamentale è anche che i padri non portino avanti messaggi sbagliati come ad esempio la gelosia legata al modo di vestire. Anche se socialmente un padre che impedisce alla figlia di vestire in modo succinto viene visto come un padre protettivo, non bisogna legare la moralità ai vestiti né dare importanza a come la gente li percepisce.
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